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Un metalogo (i)
su “Lorem ipsum”
Massimo Romagnoli
D: che cos’è questo testo, sembra in latino, che compare in alcune pagine dei siti? Non significa niente, perché lo mettono?.
R: semplice, si vuole riempire una pagina con un testo, è vero scritto in latino, apparentemente privo di significato, a modo riempitivo per non lasciare la pagina vuota.
D: perché scritto in latino?
R: l’insieme delle parole scritte in questo tipo di pagine deriva da un
testo latino presente in un’opera del 45 a.C. scritta da Cicerone ; “De
finibus bonorum et malorum”. Il testo è presente nei paragrafi 32 – 33 , ma ciò che appare solitamente nella pagina è l’estratto da un testo di Cicerone. ma rimontato in modo casuale o meglio pseudocasuale. Ne esistono versioni differenti, ma il testo più comune è il seguente: « Lorem
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Questo insieme di parole connotato brevemente dalle prime due parole
del testo, “Lorem ipsum”, è un testo segnaposto utilizzato nel settore della tipografia e della stampa.
D: segnaposto ! Cos’è un segnaposto?
R: un segnaposto, nell’accezione più comune, è una targhetta che indica
il posto a sedere di ciascun partecipante a congressi, pranzi o riunioni varie; oppure un cartellino che segnala i posti prenotati sui mezzi di trasporto pubblici. Nel nostro caso la targhetta è la nostra pagina destinata a contenuti futuri, ma, se i testi definitivi non sono ancora stati creati, usiamo testi casuali(1) come riempitivo. Sono definiti anche dummy text, testi manichino o, appunto, testi segnaposto. “Lorem ipsum” è considerato il testo segnaposto standard sin dal sedicesimo secolo, quando un anonimo tipografo prese una cassetta di caratteri e li assemblò per preparare un testo campione.
D: una sorta di lavori di in corso senza il disegno?
R: giusto! Però il “disegno” dei lavori in corso, è più propriamente definito “icona”. Nell’icona dei lavori in corso il segno grafico dell’omino che lavora sulla strada assomiglia veramente all’operaio che lavora sulla strada; espresso in altre
parole: il significante assomiglia al significato. Invece nel caso del
caso del “Lorem ipsum” sembrerebbe che il significante sia senza
significato; in realtà ha un significato ben preciso.
D: cos’è un significante?
R: hai ragione, occorre dare una definizione più completa, ripartiamo
dai segni. Il significante è il supporto materiale che contiene il segno. Ad esempio per il segno “%” (in questo caso è anche un carattere) il suo significante è la sua stessa forma scritta o stampata su carta o visualizzata sullo schermo, mentre il suo significato è quello di “percentuale” .
D: cosa c’entra il simbolo “%” con “Lorem ipsum” ?
R: in verità non ho definito “%” come un “simbolo”, occorre fare un po’
di attenzione, i termini segni, simboli, icone sono sovente usati e interpretati con lo stesso significato, ma non è così. La semiotica (dal termine greco s?µe??? semeion, che significa “segno”) è la disciplina che studia i segni e il modo in cui questi abbiano un senso (significazione). L’inizio della semiotica si identifica nelle opere e nelle riflessioni del filosofo Charles Peirce(2).
D: allora quale termine devo usare?
R: Peirce afferma che: “Ogni qualvolta pensiamo, abbiamo presente alla
coscienza, un sentimento, un concetto, o un’altra rappresentazione, che
serve da segno”. Peirce intendeva come segno qualsiasi cosa che, determinata da un oggetto (significante), determina un’interpretazione (significato), attraverso il segno stesso, dal medesimo oggetto. Aveva suddiviso i segni in tre categorie:
Icone, Simboli e Indici .
D: cosa rappresenta ognuna di queste categorie?
R: le icone sono segni che rinviano a un oggetto o a un evento per analogia, in virtù di una somiglianza.
L’icona dei lavori in corso, della quale abbiamo parlato, è un segno creato e usato con l’intenzione di comunicare, attraverso la silhouette di un uomo che scava, l’idea dei lavori in corso. In questo caso il segno, come abbiamo già accennato, assomiglia al concetto rappresentato, quindi è un’icona.
Nell’arte un’icona è, in genere, una raffigurazione sacra dipinta su tavola, prodotta nell’ambito della cultura bizantina e slava, le icone rus
se sono le più conosciute. Nell’icona seguente della “Madonna con il Bambino”, il significante assomiglia effettivamente a una donna che tiene in braccio un bambino.
D: e il simbolo?
R: abbiamo invece un simbolo quando il significante non assomiglia
al significato, ma è frutto di una convenzione garantita dalla tradizione culturale che accomuna sia chi crea il segno sia chi lo guarda. Ad esempio nell’icona russa della Madonna con il Bambino, appare un disco dorato dietro alle teste, disco che chiamiamo aureola, un attributo figurativo usato nell’arte sacra, non solo cristiana, per indicare la santità di un personaggio.
L’aureola è un simbolo, non c’è somiglianza, nessun santo in vita aveva un’aureola sulla testa, nessun disco dorato, è solo una convenzione. Convenzione che noi comprendiamo quando osserviamo il segno del disco dorato sulla testa di un personaggio raffigurato nel disegno. Ricorda però che non così facile definire i simboli, ma questo è un altro problema.
D: e gli indici?
R: giusto, devo terminare la classificazione. Gli indici sono
dei segni in cui l’espressione e il contenuto sono legati da un
rapporto di origine naturale e di tipo causale. I segni delle impronte
delle zampe di un gatto sul cofano di una macchina indicano che il
gatto è salito sulla macchina. Negli indici il rapporto tra espressione
(significato) e contenuto (significante) è quindi arbitrario.
Un Indice è un segno che si riferisce all’Oggetto che esso denota in
virtù del fatto che è realmente determinato da quell’Oggetto (il fumo
di un incendio).
D: “Lorem ipsum” non sembra nessuno dei tre, allora cos’è?
R: sicuramente non è un simbolo e neppure un indice, ma siamo proprio
sicuri che non sia un’icona. Siamo abituati a pensare le icone come immagini definite, ma “Lorem ipsum” dal momento che è rappresentato su carta o su schermo è comunque un’immagine.
Un’immagine molto efficace che grazie all’alternanza di parole lunghe e
brevi, punteggiatura e paragrafi simula l’impatto grafico di un testo
reale dotato di un senso compiuto e, di conseguenza, assomiglia al testo reale. E così che “Lorem ipsum” rientra nella classificazione come icona. È un’icona, ma anche una antinomia semantica: sembra un testo verbale, ma in realtà è un testo visuale che deve dare la percezione di un paragrafo scritto. Potremo quasi definirla, con un ossimoro, un’immagine-verbale.
D: perché definirla significante apparentemente senza significato?
R: nel caso del “Lorem ipsum”, inserire come significante un
testo che rappresenta un testo sembra una cosa buffa, poco
comprensibile, ma in realtà però il suo vero significato è quello di indicare uno spazio che deve essere riempito con un testo sensato. Quindi, se il significante dei “lavori in corso” è l’immagine della silhouette dell’omino che scava, nel caso del “lorem ipsum” il significante é l’immagine-verbale del testo in latino il cui significato è proprio la “mancanza di significato”.
Può essere divertente pensare che questa breve e sommaria trattazione
sul “Lorem ipsum” possa diventare a sua volta un segnaposto per un pagina e per analogia diventare a sua volta il significante di una pagina priva di senso in attesa di un testo sensato che la sostituisca … il che vorrebbe dire che quanto scritto sono solo stupidaggini.
Bibliografia
Ruggiero Romano, Enciclopedia Einaudi, Società-Tecnica (vol. 13),
Einaudi, 1981
Marco Vimercati, Simboli – Le forme della forza, Le Mani, 2010
Gregory Bateson, “Verso un’ecologia della mente”, Adelphi, Milano, 1976
(i)Nel
bellissimo libro “Verso un’ecologia della mente” di Gregory Bateson ,
il metalogo è una
conversazione immaginaria tra un padre e una figlia su un argomento
problematico. Inizia sempre con una domanda della piccola figlia,
domanda che permette a papà Bateson di introdurre le sue teorie. I
metaloghi non terminano mai con certezze, ma lasciano la possibilità
di porsi molte altre domande. E’ un modo di presentare le idee molto
diverso da quello al quale siamo abituati (ipotesi, dimostrazione
delle ipotesi e conclusioni), per questa ragione il lettore può
rimanere, almeno ad un primo approccio, perplesso. Ma se da un lato
Bateson sostiene l’importanza dell’accrescimento della conoscenza
fondamentale, dall’altro lato attraverso i metaloghi egli ci fornisce
un esempio concreto di cosa significhi avvicinarsi a un problema con
una atteggiamento conoscitivo e di come dei dati oggettivi possano
essere utilizzati con un intento euristico, piuttosto che con una
forzatura atta a incasellare i dati dentro una teoria di riferimento.
In questo breve metalogo, parafrasando Bateson, ho cercato di
avvicinarmi ai problemi dei simboli che coinvolgono le pagine in rete
con il “lorem ipsum”.